Touch 1×01

“Il rapporto è sempre lo stesso. 1 a 1,618 che si ripete all’infinito. Gli schemi sono nascosti in bella vista. Bisogna solo sapere dove guardare. Cose che molta gente vede come caos, in realtà seguono sottili leggi comportamentali. Galassie. Piante. Conchiglie. Gli schemi non mentono mai. Ma solo pochi di noi riescono a vedere come ogni pezzo s’incastra con l’altro. 7.080.360.000 vivono su questo piccolo pianeta. Questa è la storia di alcune di queste persone. C’è un’antica leggenda cinese, quella del Filo Rosso del Destino, secondo la quale gli dei hanno legato un filo rosso alle nostre caviglie collegandolo a tutte quelle persone con cui siamo destinati a entrare in contatto. Quel filo potrà allungarsi … o aggrovigliarsi … ma non si romperà mai. E’ tutto predeterminato dalle probabilità matematiche … ed è mio compito seguire quei numeri … per collegare coloro che devono incontrarsi … coloro che devono entrare in contatto. Io sono nato 4.161 giorni fa. Il 26 ottobre del 2000. Sono in vita da 11 anni … 4 mesi, 21 giorni e 14 ore. E in tutto questo tempo … non ho mai detto una sola parola.” jeck E così inizia la prima puntata di Touch, con questo lungo e ipnotico monologo di un bambino e ogni volta che lo risento mi vengono i brividi! Siamo all’aeroporto Kennedy a New York e  Martin Bohm ( Kiefer Sutherland ) si fa dare i cellulari che i viaggiatori hanno smarrito, anche se rotti, per portarli al figlio che si “diverte a smontarli“, quando uno di questi inizia a suonare e all’altro capo il proprietario gli dice che il cellulare sta facendo il giro del mondo e che lo rivuole indietro per via di una fotografia al suo interno, foto di sua figlia; Martin sta per scrivere l’indirizzo del proprietario per spedirgli l’oggetto quando suona il suo cellulare e poggia l’altro sul rullo dei bagagli, che viene azionato… Intanto Martin scopre che la scuola di suo figlio Jacob ( David Mazouz ) lo ha di nuovo perso di vista e lui si è arrampicato su un’antenna a scrivere forsennatamente sul suo quaderno, senza curarsi delle auto della polizia e dei camion dei pompieri, il padre gli mostra i cellulari appena presi e il bambino scende tranquillamente da solo, come se nulla fosse successo. Un pompiere fa presente a Martin che è la terza volta che il figlio fa scattare l’allarme alle 3.18 pm e fermandosi a fare benzina s’imbatte in uno scuola bus n°318! [coincidenza?] …. 87.1.9.20.31.11 sono i numeri che un uomo gioca alla lotteria mentre padre e figlio sono in drogheria, il ragazzino prende il biglietto e inizia a scrivere i numeri sul suo quaderno.

Ma riecco il cellulare che gira il mondo, sta riprendendo una ragazza irlandese che canta “Three Little Birds“, o meglio, è il suo collega di lavoro che trovato quel cellulare e notando che al suo interno ci sono video da ogni parte del mondo, decide di riprendere l’amica per poi far riprendere il viaggio all’oggetto. Spera così di farla diventare famosa, una “super star”. irlanda Mentre il padre rimbocca le coperte al figlio e parla un pò con lui tutti i cellulari che sono sul pavimento iniziano a suonare e vibrare e ognuno sta ricevendo una telefonata dal numero 87.1.9.20.31.11 ! Già proprio la sequenza della lotteria … e qui scattano i brividi.

Si passa a Bagdad e un ragazzo copia i gesti di un comico alla tv, vuole sfondare così e fare un sacco di soldi, ma la madre lo fa precipitare nella realtà dicendogli che il forno per fare il pane si è rotto, quindi senza pane, nessun introito. Promette alla madre di risolvere il problema…

Toc Toc … ed ecco apparire il personaggi che di sicuro tutti noi abbiamo odiato per qualche minuto, l’assistente sociale! Gli butta in faccia che Martin era un affermato reporter e ora lavora come un matto senza riuscire a provvedere adeguatamente al figlio, giusto per non farsi i fattacci suoi, fa presente che vivono in un appartamento grande e in una buona zona facendo capire che sarebbe una buona idea venderlo, ma Martin la blocca dicendogli che era intestato alla moglie deceduta nell’attacco dell’11 settembre e che è tutto in un fondo intestato al figlio. Mentre Clea Hopkins ( Gugu Mbatha-Raw ) cerca di parlare col bambino, il padre prende in mano il giornale e [indovinate un pò?] la sequenza di numeri è la vincitrice della lotteria. Martin comincia a vedere uno schema, la sveglia inserita dal figlio alla 3.18 per due settimane, le 3 incursioni alla torre facendo scattare l’allarme alle 3.18 e poi un quaderno pieno zeppo della sequenza 318. Torniamo a Bagdad e il ragazzo disperato che abbiamo incontrato prima cerca varie soluzioni per raccimolare del denaro, compresa l’ipotesi di fare da kamikaze ma all’amico viene in mente l’idea di rubare un forno in un ristorante visto che sa dove vengono messe le chiavi per dar modo al macellaio, suo cugino, di portare la carne al mattino…

Saltiamo a Tokio dove ritroviamo il nostro cellulare vagabondo in mano ad una escort giapponese…

Momento commovente quando Martin deve lasciare il figlio Jake dall’assistente sociale [ancora più odiosa], poi va alla tomba della moglie e in un angolo trova il distintivo di un pompiere col numero 318!!!

Intanto a Tokio la ragazza che ha trovato il cellulare guarda il video della ragazza irlandese e pensa che sia una grande star del posto, pensa con l’amica di fondare il “Kayka Graham fan club”, vuole far scaricare tutto il suo contenuto da un amico per poi trasmetterlo su uno schermo gigante in strada ( il Jumbotron a Shibuya )…

Intanto Martin fa una ricerca su internet e trova un sito che lo interessa molto ” Per pochi eletti il mutismo è una falsa diagnosi / Stiamo assistendo ad un passo avanti nell’evoluzione” – The Teller Institute, legge l’indirizzo e si reca sul posto, ma trova una casa. Conosce il Professor Arthur Teller ( Danny Glover ) che gli spiega che il piccolo Jake ha scoperto da solo la sequenza di Fibonacci – “una sequenza matematica che si ritrova in forma di schema in natura infinite volte, la curva di un’onda, la spirale di una conchiglia, i segmenti di un ananas. L’universo è fatto di precisi rapporti e schemi […] un intreccio quantistico di causa ed effetto in cui ogni cosa ed ogni essere si riflettono gli uni negli altri. Ogni azione,ogni respiro, ogni pensiero cosciente, sono connessi” e che il destino di Martin è quello di aiutarlo.

Mentre Jake è con l’assistente sociale si mette a contare i pop corn, e lei con lui, si accorge così che ha composto i numeri di telefono della madre e dopo qualche secondo, DRIN DRIN ecco quella sequenza di numeri che chiama, ovviamente Clea rimane sconvolta, poi il piccolo si alza e cerchia sul calendario di marzo il numero 18 …. siete connessi?  3.18

Martin scruta le pagine del quaderno del figlio e scopre una sequenza di numeri che si riferiscono al numero di un telefono della stazione centrale, ed ecco che fa capolino in casa Clea che gli fa notare che quel giorno è il 18 marzo, così l’illuminazione, accadrà qualcosa in quel giorno alle 3.18 alla stazione centrale … ansia … corri ….. Cosa cercare, cosa sarà … dov’è quella cabina pubblica in quel posto così immenso, si dividono Martin individua il telefono, ma è occupato, qualcuno lo sta usando … sono le 3.18 e scosta il tizio che guarda caso è l’uomo che aveva giocato i numeri della lotteria…  oh mamma…

Siamo a Bagdad, i due ragazzi di notte irrompono, grazie alle chiavi, nel ristorante per rubare il forno, ma inaspettatamente arriva della gente, delinquenti, nonchè proprietari del locale, che tirano fuori della refurtiva – ed ecco ricomparire il nostro amico cellulare – i ragazzi si nascondono, inutilmente…

3.18 suona la sveglia che Jake ha impostato sul computer del padre e Martin ascolta la segreteria telefonica e trova un messaggio di un certo Randal Meade, pompiere dell’autoscala 318 [brividi!!!] gli racconta che l’11 settembre era di servizio e all’87esimo della torre nord aveva trovato una donna a malapena cosciente, che sanguinava parecchio e che era Sarah, sua moglie, l’ha portata giù per 31 rampe, ma poi credendola morta l’ha lasciata li, il senso di colpa lo logora da 10 anni e da allora ogni settimana gioca gli stessi numeri alla lotteria [ what????] … 9/11- 2001- 97esimo piano-31 rampe di scale e proprio mentre dice queste parole Martin sente la sua voce irrompere dall’altro capo del telefono; la registrazione s’interrompe e la televisione accesa da la notizia che il pompiere Randal Meade ha salvato la vita a 25 bambini che erano su uno scuolabus. Racconta alla giornalista che stava tornando a casa (la regia inquadra il retro del veicolo – numero 318) e che stava tirando fuori i bambini uno ad uno, quando si blocca e sottovoce dice:” Lui mi ha fatto perdere il treno“!

Martin corre dal figlio ma l’assistente sociale gli dice che è scappato. Saltiamo a Tokio, dove troviamo il possessore del cellulare vagabondo che dal centro, in strada, chiama la compagnia telefonica perchè sta rintracciando il suo telefono, risponde alla chiamata la ragazza irlandese (quella ripresa mentre cantava in pub) e gli spiega che se il telefono è irraggiungibile non possono fare nulla, bla bla bla, allora lui le racconta che all’interno del cellulare ci sono delle foto fatte alla figlia morta un anno prima quello stesso giorno, lei commossa [e chi non lo sarebbe] lo mette in attesa per effettuare la ricerca e mentre aspetta alza lo sguardo e vede il volto della sua piccola, proprio li, nel centro di Tokio. L’idea della ragazza giapponese è riuscita. Intanto a Bagdad il ragazzo per non perdere la vita inutilmente e per far avere i soldi alla sua famiglia sta per farsi saltare in aria, quando il cellulare/detonatore inizia a suonare, proprio così, è il nostro cellulare vagabondo, e dall’altro capo la ragazza irlandese si ritrova a dover convincere un ragazzo disperato che ha un’altra scelta, chiedendogli cosa vuole, lui risponde un forno e a lei torna in mente “forniture per ristorante” il lavoro che fa il proprietario proprio di quel cellulare. [porca miseria] toglie la batteria e nessuno salta per aria.

Martin e Clea trovano Jake al solito ripetitore dei cellulari … intanto in irlanda, in ufficio, il collega che aveva fatto il video lo ritrova su internet con migliaia di visualizzazzioni e la protagonista è incredula, il proprietario del cellulare vagabondo ritorna in Inghilterra dalla moglie, il ragazzo di Bagdad aiutato da altri monta il nuovo forno per il pane, il pompiere prende un autobus, il tutto mentre Martin sconfigge le vertigini arrampicandosi sulla torre per raggiungere il figlio sotto la pioggia. Gli dice che ha seguito i numeri e che i ragazzini dell’autobus sono salvi per merito suo …. “Jake. Non so se capisci una sola parola di ciò che dico. Non so neanche se mi senti … ma io riesco a sentirti Jake. Lo capisci? Adesso riesco a sentirti.” Jake si gira, fissa il padre negli occhi e per la prima volta lo abbraccia! Per 11 anni non ha mai potuto toccarlo e adesso suo figlio lo sta abbracciando!  [Lacrimoni] Poi Jake velocissimo prende il cellulare del padre e digita un numero … le connessioni continuano …

House Of Lies

Interessante telefilm trasmesso dalla Showtime che narra le imprese di un gruppo di consulenti manageriali, che si accaparrano i clienti convincendoli che hanno assoluto bisogno di loro per migliorare la disastrosa situazione in cui verge la ditta o impresa, ovviamente a suon di quattrini. Un gruppo di quattro veri bastardi senza scupoli, cinici e attenti a non far conoscere troppo della loro vita privata, per non dare modo “ai colleghi” di prenderli pesantemente in giro.

Mi faccio delle grassissime risate ad ogni puntata, per come viene messo a nudo il malcapitato che gli si para davanti o per come si prendono in giro tra di loro, scivolando tra amicizia e strafottenza; non per nulla è classificata come dark comedy. Il telefilm è basato  sul romanzo del 2005 House of Lies: How Management Consultants Steal Your Watch and Then Tell You the Time, scritto da Martin Kihn è inedito in Italia e per ora no ho trovato una possibile data di messa i onda da noi.

Devo però precisare che l’assomiglianza col telefilm inglese Hustle – I signori della truffa è immensa! A parte il fattore cinismo, il gruppo maschile con solo una donna e altre somiglianze, che potrebbero essere assolutamente casuali; la scelta della regia, del fatto che il protagonista, in un momento in cui tutto attorno si congela, si rivolge alla telecamera (quindi al pubblico) è nettamente identica al su citato telefilm!

… in inglese …

Colour from the Dark

La trama è incentrata in una casa di campagna in Italia nel 1943, dove vive una coppia e la sorella minore di lei. Un giorno Alice (Marysia Kay), recatasi al pozzo per prendere dell’acqua, fa cadere il secchio al suo interno, così chiama il cognato Pietro (Michael Segal) che con un attrezzo appuntito cerca di recuperarlo, liberando così una sorta di forza malevola. Da quel momento molte cose strane accadranno in quella casa, soprattutto alla sorella maggiore Lucia (Debbie Rochon).

Considerazioni: rientra nel genere horror, ma non aspettatevi nulla di così spaventoso. Come tutti, o quasi, i film indipendenti ha scene a volte caotiche, soprattutto all’inizio, dove si fatica a seguire la trama; a tratti noioso. Gli effetti speciali sono buoni, presumendo un basso badget. Tutto sommato si fa guardare e proprio perchè è indipendente lo apprezzo rispetto ad altri film con case produttrici d’eccellenza! Il film è datato 2008, ma è uscito solo ora ed è  liberamente ispirato al racconto Il colore venuto dallo spazio di Howard Phillips Lovecraft.

John Carter

Siamo nel 1800 circa e troviamo un uomo che cerca disperatamente una cava d’oro, allettato da dicerie e leggende; si tratta del capitano John Carter (Taylor Kitsch), veterano della guerra di secessione che ha però deciso di non lottare più dopo aver perso la famiglia. Troverà quello che cerca in circostanze particolari, ma quello che l’aspetta è ben altro, si ritroverà infatti sul pianeta Marte ad imparare a gestire la gravità e la forza fisica. Suo malgrado per l’onore e l’amore dovrà decidere se combattere o no, tra nuovi amici e usanze.

Il film è basato sul primo degli undici libri scritti da Edgar Rice Burroughs (Sotto le lune di Marte) e a quanto pare la Disney ha in cantiere una trilogia.

Considerazioni: film piacevole, non eccezzionale (effetti speciali a parte), che mi ha fatto ridere e commuovere, per nulla banale neppure alla fine, dove spesso i registi scivolano su di una buccia di banana. Ma infondo quando una pellicola è presa da un romanzo ci si può sempre aspettare un buon risultato complessivo. Poi stiamo parlando dell’autore di “Tarzan delle scimmie”!

The woman in black

Tre sorelle giocano con le loro bambole e un servizio da te quando si fermano e contemporaneamente, quasi ipnotizzate, si recano alla finestra, la aprono e si gettano di sotto. Questa è una delle molte tragedie che occorrono ai bambini di un villaggio sperduto in Inghilterra; posto dove il giovane avvocato Arthur Kipps (Daniel Radcliffe), purtroppo vedovo e con un bambino piccolo si deve recare in seguito alla morte di una cliente. Ha il compito di visitare la casa, ormai vuota, fare ordine tra i vari documenti della donna e venderla.

Troverà una gelida accoglienza, gli negheranno la prenotazione della stanza dell’unico albergo e lo istigheranno ad andarsene, ma col rischio di perdere il lavoro il giovane avvocato si fa portare (pagando profumatamente) nella casa e scopre che questa è lontana dal resto del paese e la marea in vari momenti della giornata la isola totalmente.

Rinverrà documenti angoscianti e segreti custoditi fino ad allora, inizierà a sentire pianti di bambini che chiamano la mamma e a vedere una donna vestita di nero…

Considerazioni: finalmente un film horror che è riuscito a farmi sussultare sulla poltrona, cosa davvero difficile per una come me che questo genere di film li adora e di conseguenza ne sono diventata un pò assuefatta. Solo un paio di scene le ho trovate scontate, me le aspettavo insomma, ma il film è davvero inquietante! Favoloso!

Tratto dal romanzo omonimo scritto dall’autrice Susan Hill.

La verità nascosta

Ecco un esempio in cui è meglio non guardare il trailer prima di guardare il film, già perché nel trailer c’è tutta la storia. Che delusione.

Il film inizia con Adriàn (Quim Gutiérrez) che trova nella videocamera un filmato della fidanzata Belèn (Clara Lago) che lo lascia, così decide di uscire ed andare ad ubriacarsi e finisce col conoscere la barista che poi diventerà la sua ragazza nel’ arco di un paio di mesi. Fabiana (Martina García) si rende conto che ci sono strani rumori in casa, soprattutto nel bagno della camera e crede di trovarsi di fronte ad un fantasma.

Scopriamo che Belèn pensa di essere tradita e ha anche dei sospetti ben precisi. Cambiano casa e nella nuova abitazione l’ex proprietaria consiglia alla ragazza un modo per mettere alla prova l’amore del fidanzato…

Considerazioni: il film è lento e noiso e se non l’avete ancora visto evitate come la peste il trailer!!!